Locandina Novelle Orientali

Novelle orientali

Novelle orientali
di Marguerite Yourcenar
Traduzione Maria Luisa Spaziani
Edizioni Bur Contemporanea

Con Serra Yilmaz
Foto Daire
Visual Chiara Maria Baire
Produzione BAM Teatro

Una raccolta di storie preziose comparse per la prima volta nel 1938, mescolate a racconti e memorie di viaggi della scrittrice, grande amante dell’Oriente. È un Oriente largamente inteso, che va dai Balcani al Giappone, includendo perfino la Grecia e che si spinge fino all’India, ammantato di poesia e struggenti racconti, ora tragici, ora mitologici, ora ripresi da vecchie tradizioni sconosciute ai più, apologhi taoisti, miti indù che parlano di sentimenti umani e passioni nelle loro sfumature più varie e contraddittorie. La scrittura della Yourcenar, ricchissima ed elegante, regala un’aura da favola alle narrazioni proposte che brillano in una luce senza tempo e che ben si addicono ad una lettrice di eccezione, cosmopolita e appassionata come Serra Yilmaz. Percorreremo attraverso la sua interpretazione, un viaggio affascinante ed esotico in cui è il destino a prendersi gioco degli uomini e a guidare i loro passi.

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Tournée

La luna e i falò

 

La luna e i falò
di Cesare Pavese

Adattamento dal romanzo di Andrea Bosca e Paolo Briguglia
Con Andrea Bosca
Regia Paolo Briguglia
Luci Marco Catalucci
Costumi Tommaso Lagattolla
Assistente ai costumi Donato Didonna
Foto di scena Franco Rabino
Foto Luca BrunettiVisual Chiara Maria Baire
Responsabile tecnico Tommaso Contu
Produzione BAM teatro

 

Nel viaggio alle origini, alla ricerca delle radici dove si nasce e dove si muore, la realtà si fonde con la memoria e una parlata viva e vera si innesta, come fosse una vite nuova, nei tagli freschi della poesia.
“Possibile che a quarant’anni, e con tutto il mondo che ho visto, non sappia ancora che cos’è il mio paese?” Anguilla è tornato da Genova, dall’America, dall’Altrove. Anguilla il bastardo cresciuto garzone, che fattosi uomo ricerca la terra, le piazze, le facce di allora.

Ma il passato si muove.
E mai rassicura. Perché “tutto è cambiato eppure uguale” a Canelli, sulla Langa e nella valle del Belbo. “E sulle colline il tempo non passa”.
Sotto alle cose, ai fatti, alle vite di chi è stato signore e di chi invece era niente, Pavese intravede simboli eterni del destino umano, il rito, il mito e si incammina coi suoi personaggi in un viaggio verso il primitivo e l’ancestrale. Uomini, donne e perfino le bestie, sono mossi da un sordo e mai pago desiderio che porta i più fragili a perdersi o a bruciare.
“La luna c’è per tutti” eppure “Qualcosa manca sempre”.
Nuto, il falegname del Salto e l’amico di sempre, “Nuto che non se n’era mai andato veramente, che voleva ancora capire il mondo, cambiare le cose, rompere le stagioni. O forse no, credeva sempre nella luna” diventa allora guida, Virgilio di campagna, custode di inconfessabili segreti.
E se qualcosa ancora rimane dopo i fuochi dei falò, è forse proprio la profonda amicizia che unisce Nuto ed Anguilla già dai tempi in cui era ragazzo e servitore alla cascina della Mora, quel riconoscersi quasi parenti della zappa e del clarino, lo stringersi a vita in umana e sociale catena.
“Non bisogna dire, gli altri ce la facciano, bisogna aiutarli”. L’incontro con Cinto, il ragazzino sciancato destinato alla miseria e all’ignoranza dall’altra faccia del mondo contadino che Anguilla va cercando, obbliga ad un confronto attuale e necessario con chiunque ancora sia convinto che il mondo finisca alla svolta della strada che strapiomba sul Belbo.
Perché per gli ultimi la Storia accade, ma non conta. Non c’è guerra, non ci sono fazioni, nè Liberazione. Solo l’affanno continuo di procurarsi un tetto e un piatto di polenta. “E vederlo su quell’aia era come rivedere me stesso”.
Anguilla se ne è andato, è tornato, ha fatto fortuna. Di fronte a Cinto non si può chiudere gli occhi. E le donne, direte?
Le donne sono solo evocate, un soffio della memoria. Non sono personaggi in presenza, ma in assenza. O meglio, la loro assenza le rende ancora più presenti.
“Una cosa che penso sempre è quanta gente deve viverci in questa valle e nel mondo che le succede proprio adesso quello che a noi toccava allora, e non lo sanno, non ci pensano…Anche la storia della luna e dei falò la sapevo. Soltanto, mi ero accorto, che non sapevo più di saperla”.

Se la lingua di Pavese è creata da a partire da un parlato semplice e popolare poi trasfigurato nel ritmo poetico della prosa, il linguaggio della scena ricerca la poesia nella prosa degli oggetti , dei corpi e dello spazio.
La forze simbolica del teatro trasforma le cose, le ri-destina, facendo di un fil di ferro una vigna, di luci lontane una collina, di un ritmo martellante un’ambiente ed insieme la sua suggestione emotiva nel cuore di chi ascolta.
Trasformare il romanzo in drammaturgia e spettacolo obbliga al confronto con una pagina scritta con sapiente bellezza, dove la maggior parte degli eventi sono collocati al passato.
L’intuizione di dare corpo a tre ruoli porta la scena a vivere qui e ora, alla confidenza di Anguilla occhi negli occhi col pubblico e a ad una dinamica in cui i tre personaggi coesistono continuamente, ricreando lo spazio e aprendo la scena ad un controcanto di azioni legate dal filo simbolico dell’immaginazione, proprio come i capitoli di Pavese sono uniti dalla forza lirica della sua scrittura.

 

 

NOTE DI REGIA

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MANIFESTO E LOCANDINA

PRESS LIST

Tournée

VIVERE!

VIVERE!

 

 

VIVERE!
di Piscopo/Carrozzi

Con Anna Piscopo
Testo inedito- Novità italiana
Produzione BAM teatro/Nutrimenti terrestri
in collaborazione con Beat 72
Testo inedito- Novità italiana

 

“…Dammi retta, per una volta, fa’ finta d’essere felice. Diventa normale, smettila di fare l’emarginata, fai i figli, lavora, lavati, cambia, scegli una vita, una qualsiasi, innamorati, muoviti, fai un passo, anche uno solo…”

 

Chiusa in casa, Calimba Di Luna è in panico: la tensione è alle stelle mentre si prepara ricevere Papi, un boss del Cartello conosciuto in chat che potrebbe riscattarla per sempre da un passato di abbandoni. Questo appuntamento sarà l’inizio di una nuova vita, un mix di emozioni troppo esplosive per una che, come lei, vive da anni segregata in casa, accumulando oggetti. Desiderio e paura fanno a pugni, mentre il condominio e la Asl la vogliono fuori dall’appartamento maleodorante.
Vivere! racconta con sarcasmo e comicità il disturbo dell’accumulo, scavando nella psicosi di una donna che si è “sepolta viva” in una casa piena di oggetti per non sentire il gelo della sua solitudine. Questa patologia, sempre più diffusa nel contemporaneo – basti pensare al successo del docu- reality tv Sepolti in casa (Hoarding: Buried Alive)- è il pretesto per interrogarsi sull’isolamento che sempre più persone sentono di vivere, anche quando non sono apparentemente sole.

 

 

 

 

Tournée

  • 08-ago-2022 DEBUTTO NAZIONALE – Cortile Teatro Festival, Area Iris- Messina –  Ore  21.00 – www.cortileteatrofestival.it
  • 21-set-2022 XX edizione Voci dell’Anima – Teatro degli Atti – Rimini
  • 18-nov-2022 VIII Edizione Il peso della farfalla – Bari
  • 19-nov-2022 VIII Edizione Il peso della farfalla – Bari
  • 20-nov-2022 VIII Edizione Il peso della farfalla – Bari
  • 25-nov-2022 Teatro Alkestis – Cagliari
  • 26-nov-2022 Teatro Alkestis – Cagliari
  • 27-nov-2022 Teatro Alkestis – Cagliari – ore 18.00
  • 27-nov-2022 Teatro Alkestis – Cagliari – ore 21.00
  • 21-gen-2023 Teatro Abeliano – Bari
  • 04-feb-2023 Centrale Preneste – Rassegna You Two. The YOUng city, Roma

Il mio nome è Caino

Il mio nome è Caino
di Claudio Fava

Con Ninni Bruschetta
Pianoforte Cettina Donato
Allestimento e regia di Laura Giacobbe
Produzione BAM TEATRO

 

 

Chi è Caino?
È il male, la bestia feroce, la tenebra del destino? O solo uno di noi a cui è toccato in sorte il mestiere dell’assassino?
Claudio Fava in questo testo, se lo chiede laicamente, provando a dare corpo ai pensieri di un sicario mafioso. Senza giustificazioni, né pentimenti: perché non è la pedagogia sul male che ci serve, ma il racconto della sua banalità.

La storia di un uomo chiamato dal destino a essere un mafioso. E per questa ragione premiato dagli altri con il soprannome di Caino.
Fedele a se stesso fino a quando intuisce che da qualche parte della città c’è Abele che lo aspetta perché il sacrificio si compia. Perché tutto è già scritto: Caino ucciderà ancora affinché il bene diventi martirio.

 

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Il corpo perfetto

Foto di Roberta Krasnig

 

Il corpo perfetto

di e con Lavinia Savignoni

Bam Teatro/La Loba Production

 

 

Il corpo perfetto è l’imperativo categorico della società contemporanea. E’ pure il titolo del monologo scritto, diretto e interpretato da Lavinia Savignoni. Il testo si concentra sulla ossessione del corpo e su tutto quello che -direttamente o indirettamente- gira intorno al pensiero della sua perfezione, fino al paradosso delle sue distorsioni: mangiare sano, essere in salute, scattanti, magari vegani o seguaci di regimi alimentari severissimi e alla moda, perfettamente funzionanti e “belli”, soprattutto belli da vedersi e potersi fotografare e postare sui social, perché l’ultima certificazione al nostro valore, passa ormai inevitabilmente dal gradimento del mondo della rete.

Così la nostra protagonista, una donna di quarant’anni mite e di bell’aspetto è intenta a provare in casa sua la scaletta del programma “Il Corpo Perfetto” che andrà in onda in diretta tv l’indomani e che illustra anche l’onomino metodo da lei brevettato per vivere in salute.

La prova di memoria si trasforma ben presto in un flusso di coscienza che spazia su come siamo fatti e su come possiamo raggiungere la perfetta funzionalità del corpo.

Alcuni ricordi di bambina irrompono all’improvviso prepotenti, svelando il precario equilibrio emotivo della donna e mostrando suoi lati fino ad allora erano repressi, ribaltando l’immagine di persona risolta che invece tenta con ogni forza di promuovere.

Il suo racconto, a tratti grottesco, altre volte drammatico, assai spesso comico, rivela le irrequietezze e gli aspetti “disturbati” che spesso si celano dietro la filosofia del wellness e che tradiscono le fragilità più profonde del nostro mondo contemporaneo.

Uno spettacolo sul conflitto aperto e tutt’altro che risolto, tra il bisogno di un corpo perfettamente funzionante, i modi per ottenerlo, e il tentativo di non perdere la nostra profondità e lucidità pur essendo subissati da messaggi di un universo inquinato e artificiale, non solo per i prodotti che consumiamo abitualmente. La corsa alla ricerca dell’elisir di eterna giovinezza si scontra con l’incedere inesorabile della vecchiaia che ci riguarda indistintamente tutti, indipendentemente dagli sforzi fatti per contrastarla e ritardarne l’avvento.

Categorie: Produzioni

DIPLOMAZIA CLANDESTINA

DIPLOMAZIA CLANDESTINA
di Emilio Lussu
per gentile concessione di Giovanni Lussu
con Daniele Monachella
Produzione BAM teatro/MAB teatro

 

Un opuscolo comparso clandestinamente in Francia nel 1943 e ripubblicato, sempre clandestinamente l’anno dopo in Italia, Diplomazia clandestina è un diario prezioso degli anni dal 1940 al 1943 sull’emigrazione politica italiana e sull’attività dell’antifascismo e dei suoi componenti all’estero.
Il racconto inizia con l’invasione della Francia da parte dei Tedeschi e la caduta di Parigi nel giugno del 1943; prosegue con l’ingresso in guerra dell’Italia voluto da Mussolini fino alla caduta del fascismo il 25 luglio del 1943. Un diario di presenze e territori percorsi in lungo e largo, dalla Francia, passando i Pirenei fino al Portogallo (al tempo neutrale), a Gibilterra, Malta, Londra, New York e di nuovo Londra.
Quindi il ritorno in clandestinità in Francia e da qui in Italia, per il versante di Ventimiglia, fino alla stazione di Sanremo.
Protagonista assoluto Daniele Monachella, che torna nuovamente a misurarsi con la scrittura del grande intellettuale e patriota sardo.

Tournée

  • 30-giu-2022 Teatro Comunale – Ittiri (SS)
  • 28-lug-2022 Teatro Comunale – Ittiri (SS)
  • 26-ago-2022 Teatro Comunale – Ittiri (SS)
  • 27-set-2022 Teatro Comunale – Ittiri (SS)
  • 28-ott-2022 Teatro Comunale – Ittiri (SS)
  • 28-dic-2022 Teatro Comunale – Ittiri (SS)
  • 31-gen-2023 Teatro Comunale – Ittiri (SS)
  • 28-apr-2023 Teatro Comunale – Ittiri (SS)
  • 29-giu-2023 Teatro Comunale – Ittiri (SS)
  • 30-giu-2024 Teatro Comunale – Ittiri (SS)
  • 01-lug-2024 Teatro Comunale – Ittiri (SS)
  • 31-ago-2024 Teatro Comunale – Ittiri (SS)