Qui e ora – La Repubblica 13 febbraio 2013

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  • Data di creazione 2 Aprile 2017
  • Ultimo aggiornamento 2 Aprile 2017

Qui e ora - La Repubblica 13 febbraio 2013

La Repubblica Roma - 13 febbraio 2013

Valerio Mastandrea
Un incidente fra scooter racconta la vita
Qui e Ora è l'atto unico scritto e diretto da Mattia Torre. Uno scontro fra motorini nella periferia romana.

"Quindici anni fa io ero in motorino e passai un incrocio col verde, e una macchina mi venne incontro col rosso. Non ci fu da discutere con l'investitore, e mi sono risvegliato in ospedale, e ho evitato quello che in modo metaforico e non il testo di Mattia Torre 'Qui e ora' racconta..." Confida Valerio Mastandrea, che domani è in scena con Valerio Aprea all'Ambra Jovinelli nell'atto unico di Torre (di cui Mastandrea ha già interpretato il monologo 'Migliore'), col dialogo spietato di due scooteristi che si sono scontrati nella periferia romana.
"L'autore ha avuto questa idea, di due persone in un dopo-incidente che anziché aiutarsi, si distruggono. Soprattutto uno dei due, il mio tizio, decide che l'altro è qualcosa che detesta, e lo tratta in modo feroce, e l'altro sembra un incassatore, ma poi ha anche lui da dire e da fare". Le due figure siano simboliche o realistiche?
"Sono probabilmente la somma della coscienza collettiva del nostro Paese negli ultimi 25 anni, l'italiano medio, non quello calcio-donne-motori, ma quello che sopporta e reagisce male a ciò che succede, alla decadenza sociale e culturale". E che cosa genera la disputa tra i due? Un banale fatto di torto e ragione da codice della strada? "No. C'è di fondo il disprezzo che il mio uomo sullo scooter nutre per l'altro, una totale assenza di curiosità per il diverso (non diverso per etnia, posizione politica o religiosa, ma perché' non ti incontro mai', 'sei una merda e non mi servi'".
Che spettacolo ne esce fuori? "Uno spettacolo tagliente che può far ridere ma alla fine ti fa pensare, una contaminazione tra teatro-verità e sofisticazione scenica, col monito di dove potremmo arrivare. E io e Aprea siamo due primi piatti diversi di una stessa cena".

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