Lampedusa – Corriere della sera 22/02/2018 – Recensione di Emilia Costantini
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- Data di creazione 23 Febbraio 2018
- Ultimo aggiornamento 23 Febbraio 2018
Lampedusa - Corriere della sera 22/02/2018 - Recensione di Emilia Costantini
Recensione di Emilia Costantini LAMPEDUSA – Corriere della Sera 22 febbraio 2018
Lampedusa
Immigrati: i monologhi della rabbia
“Il Mediterraneo: era la strada di Cesare, adesso è il mare che succhia e che pulsa”. Una boa, un faro, il vuoto intorno. Lui, siciliano, faceva il pescatore, ma in acqua ormai si pescano più i morti che i pesci. Lei è un’immigrata di origini marocchine, che ha un lavoro, sì, ma ingrato: riscuote i crediti inevasi per una società di prestiti. Lui è abituato a vedere i corpi che galleggiano, lei è abituata alle rispostacce dei debitori, perché è una donna e per di più immigrata. Due destini incrociati in LAMPEDUSA testo dell’inglese Anders Lustgarten. Due storie speculari: si confrontano e si alternano in due monologhi interpretati da Fabio Troiano e Donatella Finocchiaro, regia Gianpiero Borgia.
Lui è rassegnato, fa un mestiere che nessuno vorrebbe fare: per tirare su un bambino dall’acqua, basta acchiappargli un braccio, peggio sono gli adulti, ma ciò che gli fa rabbia è che i migranti hanno la speranza, lui no. §Le pure fa un mestiere sgradevole, ma non sembra rassegnata e, pur di riscattarsi dall’immagine disperante che si trascina dalle origini, ostenta atteggiamenti risoluti: non ha paura di riscuotere soldi anche dagli uomini. La pietà da una parte, la durezza dall’altra: in mezzo un avvilente deserto blu.