Un mondo perfetto

UN MONDO PERFETTO
Di Sergio Pierattini

Con Milvia Marigliano, Davide Lorino, Sergio Pierattini
Scene e costumi di Barbara Bessi
Luci di Gianni Straropoli
Musiche di Gwyneth Schaefer
Consulenza modellistica di Piergiuseppe Diodato
Regia Sergio Pierattini
Produzione Valdez Essedi Arte/BAM Teatro
49^Premio Riccione – Premio speciale della Giuria Bignami – Quondamatteo 2007

Debutto nazionale Festival Internazionale Primavera dei Teatri Castrovillari, 2 Giugno 2008

 

“Ho scritto questo testo all’inizio del 2007. Affronta un tema, attuale e complesso come quello dell’adozione. Più in generale della nostra o per dirla senza presunzione forse soltanto mia, incapacità di amare. Una coppia non più giovanissima sogna di adottare un figlio. Quando scopriamo in scena i due protagonisti il loro calvario di attese e delusioni sembra essere definitivamente concluso. L’arrivo del figlio è in realtà l’inizio di un percorso di difficoltà devastanti che fin dal secondo quadro si rivelano insuperabili.
I due protagonisti scoprono in rapida successione quanto sia “impossibile” amarlo. Le difficoltà non stanno nella personalità del ragazzo, non a caso non compare mai sulla scena, ma nella stessa natura dei due protagonisti. Nell’essenza di quell’universo a due, grigio, ma anche autosufficiente e appagante che contraddistingue la loro unione. È un testo crudele, dove il dolore viene indagato senza mezzi termini. Più che i giudizi morali prevale, una volta svelato il mistero e tolta ogni ambiguità alla scomparsa del figlio, un senso di sincera e umana comprensione per i due sfortunati protagonisti. La loro tragica sconfitta riflette i miei e i nostri piccoli fallimenti quotidiani. Il non amore della coppia di “un mondo perfetto” svelandosi come un morbo improvviso ci ferisce e allo stesso tempo ci richiama a quella parte di noi, tanto oscura e imprevedibile perché al di fuori dal nostro diretto controllo, quanto sorprendente e devastante, con cui, prima o poi, tutti siamo costretti a fare i conti.”
(Sergio Pierattini)

“Fedele alle sue indagini di piccole vite di famiglia, Sergio Pierattini affronta con crudele eleganza i problemi di una coppia che aspetta la felicità coniugale dall’adozione di un bambino straniero, battendosi con le imposizioni burocratiche, ma ne idealizza la riuscita legandola alla perfezione del trenino elettrico con la stazione che hanno elaborato per lui, accolto come un giocattolo e destinato a una fuga verso l’ignoto che resterà senza uno sbocco, gonfia dell’angoscia delle storie vere.”
(Franco Quadri, motivazione al Premio Riccione)

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