Qui e ora – La Repubblica critica Rodolfo di Giammarco 2013

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  • Data di creazione 27 Marzo 2017
  • Ultimo aggiornamento 2 Aprile 2017

Qui e ora - La Repubblica critica Rodolfo di Giammarco 2013

La Repubblica - Critica Rodolfo di Giammarco

Mastandrea e Aprea aspettano Godot sullo scooter

Con presenza scenica da "schizzato" strafottente, con voce da attaccabottoni che non smette di torturare, e con molestia empatica che è degli attori popolari capaci di comunicare un pensiero anche con un niente, Valerio Mastandrea dà un radicale senso di trauma e deriva allo spazio incidentato di "Qui e ora" scritto e diretto da Mattia Torre. Sull'asfalto, due scooter che si sono scontrati. L'altra vittima del sinistro è Valerio Aprea, che a differenza del primo, uno chef con rubrica da un milione e mezzo di ascoltatori, è disoccupato, separato, spiantato. Essendo il 2 giugno, i soccorsi (Godot?) non arrivano. E Mastandrea disprezza, maltratta senza pietà il compagno di disgrazia dolorante a terra. Dissidio di cellulari, di esterno che svanisce. Finchè un apologo lucido del più "sfigato" accenna a un anticlimax che interrompe l'altrui logorrea da inferno a porte aperte (un po' confinante con la fiction) e ribalta i destini, fa calare un'ombra. Mastandrea superbo, Aprea bravo come Leporello.

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