Lady Grey – Il Venerdì (La Repubblica) luglio 2011

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  • Data di creazione 2 Aprile 2017
  • Ultimo aggiornamento 2 Aprile 2017

Lady Grey - Il Venerdì (La Repubblica) luglio 2011

Il Venerdì - Luglio 2011

Isabella Ragonese
Dice di avere fortuna
E se fosse vero talento?

L'attrice siciliana alterna cinema d'autore e popolare al teatro. Ma attribuisce gran parte del suo successo alla buona sorte. Che, sostiene, ora le consente di dirigere se stessa, in un monologo di Will Eno. TEma: le donne di oggi, per le quali lei è scesa in piazza.

Di Emiliano Coraretti.

Isabella Ragonese si sente una ragazza fortunata. Lo ripete in continuazione. QUando ricorda il suo debutto cinematografico in Nuovomondo di Crialese ("una piccola parte a cui sono molto affezionata"). Quando dice che, affidandole il ruolo della protagonista in Tutta la vita davanti, Virzì le ha fatto fare "un corso accelerato di cinema".
Quando confessa: "Il successo ti fa fare cose che gratificano la tua vanità" (vedi il videoclip di "il meglio deve ancora venire" di Ligabue, dove lei è al centro di ogni immagine). Anche interpretare Lady Grey di Will Eno la considera: "Porto in scena un testo che sa raccontare le donne di oggi con le loro nevrosi":
Eppure non deve essere solo un caso se questa attrice palermitana classe 1981, è capace di alternare film di nicchia e film popolari, senza abbandonare mai il teatro (ultimo successo: Libere di Cristina Comencini, con Lunetta Savino). Del resto quando l'anno scorso Marco Muller la chiamò cme madrina del Festival del cinema di Venezia, la definì "la più grande promessa del cinema italiano".
Bel complimento per una ragazza che afferma: "Arrivo dal teatro e , quando affronto un film, lo faccio sempre con umiltà"

Isabella che fa, si sottovaluta o fa la modesta?
"Nessuna delle due cose. Però so che oggi praticare la professione che ami non è una cosa per tutti. Io ci riesco ma non vuol dire che non sia faticoso".

Entrare nel personaggio di Lady Grey di Will Eno, uno che il New York Times definisce il Samuel Becket del 200, è stato difficile?
"Impegnativo, dire. Il testo è un'operazione a cuore aperto: partendo da alcuni ricordi d'infanzia, la protagonista cerca infatti di ricostruire la sua personalità. Viene fuori un racconto crudo, pieno di giochi di parole. Praticamente n flusso di coscienza".

Lei è anche regista di questo spettacolo: è stata un'esperienza molto diversa rispetto a quando recita in film diretta da altri?
"Nel cinema il lavoro di attore è a responsabilità limitata, perché tutto viene filtrato dall'occhio di chi è dietro la macchina da presa. A teatro, invece, è sempre chi va in scena ad avere l'ultima parola".

Per altro, quando si tratta di parlare, lei non si tira mai indietro. Come quando è scesa in piazza con il movimento "Se non ora quando?" subito dopo il caso Ruby.
"Non sono un'opinionista, ma ho partecipato a quella manifestazione per dire che, se hai vent'anni e vuoi fare carriera, le alternative ci sono. Il successo conquistato senza meriti a che serve?".
Saggia e brava...
"Durante la promozione di 'Tutta la vita davanti' Virzì mi ripeteva: ' Le interviste non sono sedute psicanalitiche, alcune cose le pui tenere per te'.- Sarà vero, ma a volte non so controllarmi...".

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